Su invito di don Max, scrivo una piccola riflessione che ho avuto modo ieri di condividere con lui.
La nostra è una fede incarnata, lo sappiamo. Crediamo in un Dio che si fa vedere, toccare, ascoltare e addirittura mangiare, un Dio in carne e ossa.
In questi giorni di quarantena, in cui non ci è possibile vivere la liturgia “in carne e ossa”, ci siamo abituati ad altre modalità tecnologiche. Seguire la messa in streaming può sembrare meno “potente” della celebrazione partecipata “dal vivo” e forse anche per questo abbiamo ancora più bisogno di segni concreti che arrivino ai nostri sensi, quegli unici che possiamo utilizzare ancora per un po’, ossia la vista e l’udito. Piccoli ma significativi segni per rendere concreto ciò che esprimiamo a volte solo con le parole.
E’ cominciato da poco il mese di maggio, il mese dedicato a Maria, e da ieri abbiamo un nuovo “allestimento” nella nostra chiesa, frutto della fantasia creativa di chi anche in questi giorni di quarantena si è inventato mille modi per non farci mancare il sostegno spirituale.
Tolte dalle loro nicchie abituali, le statue di Maria Ausiliatrice e San Giovanni Bosco con Domenico Savio ora sono collocate accanto all’ambone, in una posizione per cui sembrano proprio dialogare tra loro, creando un “fermo immagine” molto suggestivo.
San Giovanni Bosco, che dal sogno dei 9 anni in poi deve a Maria tutto il capolavoro della sua vita, al punto da fargli pronunciare la famosa frase: “Ha fatto tutto Lei”, è stato posto un gradino più in basso di Maria Ausiliatrice e con la mano sembra indicare a Domenico Savio la Mamma a cui rivolgere lo sguardo.
Durante la messa trasmessa ieri sul nostro canale Youtube, l’inquadratura sulle due statue ha messo poi in evidenza un altro aspetto che forse non era nemmeno nelle intenzioni del nostro parroco.
Le statue di Maria e quella di don Bosco erano in perfetta “traiettoria” con il grande Crocifisso che adorna la nostra chiesa. Alle spalle di Maria si intravvedevano le braccia di Gesù, distese in un abbraccio che sembrava racchiudere tutta la scena. Nel guardare quella inquadratura non ho potuto fare a meno di pensare alle parole che Gesù pronuncia dalla Croce, sotto di cui si trovano appunto sua Madre e Giovanni, il discepolo che Lui amava: “Donna, ecco tuo figlio” e poi rivolto a Giovanni: “Ecco tua Madre”. Da ieri, ai piedi del nostro Crocifisso ci sono ancora una volta Maria e c’è un altro Giovanni, che l’ha saputa accogliere nella sua vita e che a sua volta si è speso per indicare ai giovani, in Maria, la strada che conduce al Figlio. Nel segno di quella scena creata dalla nuova disposizione delle statue ci siamo anche tutti noi.
Grazie don Max, per averci donato questo segno.
Ivana De Leonardis