“Cosa stai a fare all’oratorio?”
Per scegliere e decidere talvolta basta poco tempo… e TU?
Carissimi amici del Don Bosco, colgo ancora una volta occasione per scrivervi, ritagliando un po’ di tempo a destra e a sinistra. La nostra Opera Salesiana sta vivendo giorni di situazioni nuove. Situazioni dettate non da mano di uomo, ma mosse credo io, sempre da Dio. Noi uomini siamo immischiati in piccoli fatti di cronaca, cronaca di tutti i colori (rosa, gialla, nera, verde…), ma è DIO CHE FA LA STORIA. E proprio di Storia voglio parlarvi per chiedervi umilmente di SCEGLIERE E DECIDERE.
Una settimana per decidere la vita.
9 dicembre 1859.
Don Bosco pensa che sia giunto il momento di parlare apertamente di Congregazione religiosa. Ai “Salesiani» riuniti nella sua camera (diciannove), parla pressappoco in questi termini:
“Da molto tempo pensavo di fondare una Congregazione. Ecco giunto il momento di venire al concreto. Il santo Padre Pio IX ha incoraggiato e lodato il mio proposito. Veramente questa Congregazione non nasce adesso: esisteva già per quell’insieme di Regole che voi avete sempre osservato per tradizione. Si tratta ora di andare avanti, di costituire formalmente la Congregazione e di accettarne le Regole. Sappiate però che vi saranno iscritti soltanto coloro che, dopo averci riflettuto seriamente, vorranno fare a suo tempo i voti di povertà, castità e obbedienza. Vi lascio una settimana di tempo per pensarci sopra”.
All’uscita dalla riunione ci fu un silenzio insolito. Ben presto, quando le bocche si aprirono, si poté costatare che don Bosco aveva avuto ragione a procedere con lentezza e prudenza. Alcuni borbottavano tra i denti che don Bosco voleva fare di loro dei frati. Cagliero misurava a grandi passi il cortile in preda a sentimenti contraddittori. Ma il desiderio di “rimanere con don Bosco” ebbe il sopravvento nella maggioranza. Cagliero uscì nella frase che sarebbe diventata storica:
“Frate o non frate, io rimango con don Bosco”.
Alla “conferenza di adesione”, che si tenne la sera del 18 dicembre, mancarono due soli dei diciannove che avevano partecipato alla conferenza precedente. Ecco il condensato del verbale redatto da don Alasonatti:
“Nella camera del sacerdote Bosco Giovanni, alle ore nove pomeridiane, si radunavano: don Bosco, il sacerdote Alasonatti Vittorio, i chierici Savio Angelo diacono, Rua Michele suddiacono, Cagliero Giovanni, Francesia G. Battista, Provera Francesco, Ghivarello Carlo, Lazzero Giuseppe, Bonetti Giovanni, Anfossi Giovanni, Marcellino Luigi, Cerruti Francesco, Durando Celestino, Pettiva Secondo, Rovetto Antonio, Bongiovanni Cesare Giuseppe, il giovane Chianale Luigi. Piacque ai medesimi congregati di erigersi in Società o Congregazione. Pregarono unanimi don Bosco, iniziatore e promotore, a gradire la carica di Superiore Maggiore, il quale accettò con la riserva di nominarsi il Prefetto: gli pareva non dovesse muoversi da quell’ufficio lo scrivente. Direttore spirituale all’unanimità fu scelto il suddiacono Rua Michele. Economo fu riconosciuto il diacono Angelo Savio. I tre consiglieri, fattasi la votazione, furono i chierici Cagliero Giovanni, Bonetti Giovanni e Ghivarello Carlo. Fu così definitivamente costituito il corpo di amministrazione (fu poi chiamato Capitolo Superiore) per la nostra Società”. La Congregazione era nata. Don Bosco ne provò una grande gioia.
“Don Bosco una biografia nuova”, di Don Teresio Bosco
Quando rileggo questa pagina della Storia Salesiana (= Storia di Dio), penso al coraggio e alla sfrontatezza di don Bosco nel fare una richiesta così alta, così pesante a persone che non erano adulte (don Alasonatti era l’unico uomo di 42 anni circa), erano tutti GIOVANI in formazione e in scelta per decidere cosa fare veramente della loro vita. Se pensate che una volta si diventava preti a 24 anni, erano tutti giovani chierici. Il diacono nominato dopo don Alasonatti, Savio Angelo avrà avuto 23 anni, fino a scendere a 17 o 16 anni.
Don Bosco è partito con il suo primo Consiglio di Congregazione Salesiana con questi “soggetti”, tutti mossi dal desiderio di “non abbandonare” don Bosco, il padre che li aveva cresciuti e che aveva creduto in loro. Si sono messi in gioco in cose più grandi di loro: fare il Prefetto, Direttore Spirituale (don Rua aveva 21 anni), Economo. Che Coraggio!!!!
Tutto questo era accaduto perché nel cuore di don Bosco c’era il desiderio di arrivare a tutti i giovani, a tutti i giovani non solo di Torino, ma del mondo, e anche di VASTO. Aveva bisogno di cuori e braccia per arrivare a tutti i giovani.
Carissimi amici che avete avuto la pazienza di leggere fino a questo punto, vi chiedo: ho bisogno di voi, io da solo non posso fare molto, non solo il di più, ma neanche quello che già stiamo facendo. Ci sono già nella nostra Opera tanti giovani e adulti impegnati, che non ho parole per ringraziarli abbastanza. Ma i giovani, le attività belle della nostra parrocchia/oratorio, necessitano di tanti cuori e tante braccia: cari giovani, cari adulti scegliete e decidete. “Cosa stai a fare all’oratorio?” ci direbbe don Bosco.
Voi mi direte: veniamo a fare cosa? Ma non sono capace? Ho già il mio bel daffare? Quello che dite è comprensibile, ma provate almeno a chiedervi: ma questo che mi viene chiesto non fa parte della STORIA DI DIO che deve andare avanti? E se c’è Dio di mezzo cosa posso temere? Poi le cose da vivere prima ancora che da fare le concordiamo insieme, poiché ognuno ha un talento da spendere, e lo spende in quello che più sa fare.
So che quello che vi sto chiedendo è tanto, so che può far paura, perché so, carissimi amici, tutti voi siete già se non oberati di cose da fare (famiglia, lavoro), siete gravati da varie preoccupazioni (che sono sempre le stesse, famiglia, il lavoro, la salute e le piccole e grandi sofferenze del cuore). Ma vi chiedo: mettiamo tutti in ascolto della STORIA di DIO e chiediamo a LUI il suggerimento per SCEGLIERE E DECIDERE.
Quanto tempo ci diamo noi per? Spero breve. In fondo in fondo ognuno di noi ha già scelto, e ha scelto quello che più gli “tira il cuore”. Perdonatemi sono convinto di questo, poiché come diceva un poeta latino “l’uomo è attratto dall’oggetto del suo piacere” e a tutti noi piace qualcosa e per quella qualcosa troviamo il modo di farla e viverla. Mia madre povera donna contadina, culturalmente ignorante, aveva fatto solo la Terza Elementare, mi diceva: “Se una cosa ti interessa il modo di farla la trovi, se una cosa non ti interessa una scusa per non farla la trovi”.
E se anche non potessimo proprio fare nulla: PREGHIAMO. Pregate per la nostra Parrocchia/Oratorio i giovani che lo/a frequentano; per i giovani e gli adulti che vivono il loro percorso di salvezza al Soggiorno Proposta di Ortona per uscire dalle loro dipendenze; preghiamo per la nostra Scuola Professionale, perché presto riapra… e pregate per me, che possa essere un pastore secondo il cuore di Cristo e Don Bosco.
Con affetto don Max
PS.: chi avesse già pensato in cuor suo di mettersi in gioco mi contatti, sarò ben felice di mettermi in gioco anche io per trovare cosa fare in Oratorio.