Carissimi amiche e amici,
siamo ormai alla festa di Domenico Savio. Tutti conosciamo la vita di questo ragazzo discepolo di Don Bosco, che all’età di quindici anni è morto. Tutti sappiamo che è stato proclamato santo dalla Chiesa nel 1954.
Ma cosa ha di speciale questo giovane? Voi mi direte «Tu solo sei così forestiero in Torino/Vasto da non sapere ciò che vi è accaduto in quei giorni?» (cfr. Lc. 24) nella vita di quel giovane?
Certo che lo so, ho letto ben due volte la vita scritta da don Bosco; ho letto alcuni commenti di storiografi universitari salesiani sulla sua vita; ho letto omelie e commenti di Rettor Maggiori su tale giovane, ma la domanda rimane la stessa: cosa ha di speciale il Savio?
Ora mi direte: “È Santo”. È qui che vi volevo! Noi con la categoria “santo” stiamo a significare più cose, con i loro commenti:
- I “buoni cristiani”: “Lui era santo per forza era buono e faceva le cose buone”, tradotto vuol dire: Lui poteva farlo io no, perché non sono santo!
- Gli svogliati: “ma chi glielo ha fatto fare di essere buono?” tradotto “ma a me chi me lo fa fare di essere impegnato e buono?”
- I gaudenti: “che sfigato, quante cose si è perso a fare il buono, a stare alle regole della chiesa; la purezza??? Ma siamo matti”; tradotto “io la vita me la godo come mi pare a più non posso”.
Quindi che cosa ha di speciale questo Giovane? Niente anzi è proprio uno sfigato, uno che a stare alle “regole” si è segato la vita.
Carissimi amiche e amici. Si il Santo è uno sfigato …. Per il mondo! Ma domandiamoci: “noi siamo davvero felici nella vita che stiamo vivendo?”.
Domenico ci dice: “Noi facciamo consistere la Santità nello stare sempre allegri e fare sempre e bene il nostro dovere”.
Essere santi vuol dire essere persone allegre: io sono veramente allegro?
Essere santi vuol dire essere persone che danno il meglio di se e sanno anche superarsi: ed io so superarmi nei miei limiti o peccati?
Essere santi vuol dire amare le persone che abbiamo attorno, vicini e meno vicini: ed io so amare veramente?
Essere santi vuol dire sapere che c’è un Dio che mi ama così come sono e che non si aspetta da me che sia come “Domenico Savio” ma che sia veramente me stesso: ed io mi lascio amare da Dio?
Essere santo vuol dire accettarsi così come siamo e come ci accetta Dio e sapere che posso sempre dare il meglio di me anche quando ho dato il peggio: ed io mi amo?
Quindi: Domenico Savio ha fatto questo, ha vissuto così: lui non è speciale, ma ha vissuto a pieno la vita nella gioia e nel Signore.
Chi è allora lo sfigato?
Buona festa a tutti voi bambini, ragazzi e giovani in modo speciale agli amici del Gruppo “Amici Domenico Savio”: con l’augurio che tutti diventiate “sfigati” come Domenico Savio, cioè speciali come lui, ovvero Santi!
Un abbraccio don Max