UNA COMUNITA’ IN PROGETTO
Come Comunità siamo chiamati a vivere il nostro Progetto Educativo Pastorale Salesiano (PEPS). 4 parole cariche di significati:
1.Progetto: già la parola parla di se. Gettare avanti, cioè cammino verso. Non è quindi uno stare fermi – anche se stare fermi può significare fermarsi a riflettere; non è neanche un volgersi indietro – anche se la Memoria del Passato è solco in cui è stato gettato un bel seme, ma andare verso un orizzonte. Quindi non è un rimembrare il passato come “tempi d’oro” e neanche fare elucubrazioni dotte e scientifiche, ma leggere quello che il PRESENTE OGGI CHIEDE ALLA NOSTRA OPERA
2.Educativo: tirare fuori, e aggiungo, il meglio “e-ducere”. Questo verbo oggi come oggi è sinonimo di Accompagnare, farsi compagno di cammino. Non nel senso di essere “mentore”, maestro, ma proprio condividere il cammino, per quell’assioma di Paulo Freire “Nessuno educa nessuno, nessuno si educa da solo, gli uomini si educano insieme”. Educare è il cammino di crescita che una comunità fa insieme dai più grandi ai più piccoli. Tutti dobbiamo crescere e tirare fuori il meglio di noi stessi. Con Don Bosco poi, possiamo aggiungere che: “Volete fare una cosa buona? Educate la gioventù. Volete fare una cosa santa? Educate la gioventù. Volete fare una cosa santissima? Educate la gioventù. Volete fare una cosa divina? Educate la gioventù. Anzi questa, tra le cose divine, è divinissima” Memorie Biografiche XIII 629.
3.Pastorale: «Vi darò Pastori secondo il mio cuore» (Ger 3, 15). Si riferisce al Dono di Dio e alla Cura di Dio. Dio vuole prendersi cura del suo popolo e lo fa inviando “Pastori”. Chi è il Pastore? Colui che si prende cura dando la sua vita. L’Antico Testamento come il Nuovo, non è parola selettiva di una categoria, ma è messaggio per ogni Cristiano Battezzato. Cristiano Battezzato non vuol dire ADULTO. Tutti siamo chiamati da Dio ad essere Pastori, dai più piccoli ai più grandi. Nel nostro ambiente in modo particolare sono chiamati ad essere Pastori i GIOVANI, loro i PROTAGONISTI, Giovani Pastori dei Giovani come ricorda il Sogno di Don Bosco della Pastorella, era il 1844. Racconta il nostro Santo fondatore: «Dopo aver molto camminato, mi trovai in un prato dove quegli animali saltellavano e mangiavano insieme, senza che gli uni tentassero di mordere gli altri. Oppresso dalla stanchezza, volevo sedermi, ma la Pastorella mi invitò a proseguire il cammino. Fatto ancora breve tratto di via, mi sono trovato in un vasto cortile con porticato attorno, alle cui estremità vi era una chiesa. Qui mi accorsi che quattro quinti di quegli animali erano diventati agnelli. Il loro numero poi divenne grandissimo.
In quel momento sopraggiunsero parecchi pastorelli per custodirli: ma essi si fermavano poco e tosto partivano. Allora succedette una meraviglia: molti agnelli si cangiavano in pastorelli, che aumentando si prendevano cura degli altri agnelli. Crescendo di numero, i pastorelli si dividevano e andavano altrove per raccogliere altri strani animali e guidarli in altri ovili».
4.Salesiano: “Sale siano, Sale siamo”. Ormai dovreste essere abituati ai giochi di parole. La parola Salesiano oltre a connotare l’origine dice il modo, il carisma nel quale dobbiamo vivere e agire. Da San Francesco di Sales prendiamo l’origine dal suo stile, amalgamato a quello di Don Bosco l’agire, pieno di bontà, di cura dei poveri, di pazienza, di dono di sé. Siamo chiamati ad essere Sale (sale siano) a dare cioè sapore alla vita nostra e alla vita degli altri. Siamo chiamati a dare sapore a chi il sapore della vita lo ha perso: i poveri, i giovani poveri, le famiglie in difficoltà, gli anziani, i malati… tutti. Ecco perché siamo Salesiani (sale siamo). Non perdiamo questa occasione di donarci agli altri.
Lanciamo il cuore in avanti, pro-gettiamo la nostra vista e il nostro affetto verso le EMERGENZE EDUCATIVE DEL NOSTRO TERRITORIO con il cuore di Dio alla maniera di Don Bosco.