“Infinite volte tutta una comunità cristiana si è spezzata, perché viveva di un ideale…
Dobbiamo essere profondamente delusi degli altri, dei cristiani in generale, se va bene, anche di noi stessi, quant’è vero che Dio vuole condurci a riconoscere la realtà di una vera comunione cristiana… Il Signore non è Signore di emozioni, ma della verità. Solo la comunità che è profondamente delusa per tutte le manifestazioni spiacevoli connesse con la vita comunitaria, incomincia ad essere ciò che deve essere di fronte a Dio, ad afferrare nella fede le promesse che le sono state fatte. Quanto prima arriva, per il singolo e per tutta la comunità, l’ora di questa delusione, tanto meglio per tutti. Una comunità che non fosse in grado di sopportare una tale delusione e non le sopravvivesse, che cioè restasse attaccata al suo ideale, quando questo deve essere frantumato, in quello stesso istante perderebbe tutte le promesse di comunione cristiana stabile e, prima o dopo, si scioglierebbe…
Chi ama il suo ideale di comunità cristiana più della comunità cristiana stessa, distruggerà ogni comunione cristiana, per quanto sincere, serie, devote siano le sue intenzioni personali.
Dio odia le fantasticherie, perché rendono superbi e pretenziosi. Chi nella sua fantasia si crea un’immagine di comunità, pretende da Dio, dal prossimo e da se stesso la sua realizzazione.
Egli entra a far parte della comunità di cristiani con pretese proprie, erige una propria legge e giudica secondo questa i fratelli e Dio stesso.
Egli assume, nella cerchia dei fratelli, un atteggiamento duro, diviene quasi un rimprovero vivente per tutti gli altri.
Agisce come se fosse lui a creare la comunità cristiana, come se il suo ideale dovesse creare l’unione tra gli uomini.
Considera fallimento tutto ciò che non corrisponde più alla sua volontà. Lì dove il suo ideale fallisce, gli pare che debba venire meno la comunità. E così egli rivolge le sue accuse prima contro i suoi fratelli, poi contro Dio, ed infine accusa disperatamente se stesso”.
Dietrich Bonhoeffer, La vita comune
Dietrich Bonhoeffer (Breslavia, 4 febbraio 1906 – Flossenbürg, 9 aprile1945) è stato un teologo luterano tedesco, protagonista della resistenza al Nazismo. Insieme con altri congiurati, venne impiccato nel campo di concentramento di Flossenbürg all’alba del 9 aprile 1945, pochi giorni prima della fine della guerra, insieme all’ammiraglio Canaris, per espresso ordine di Hitler. Durante la sua prigionia nel Campo di Concentramento non solo espresse con la vita la sua adesione a Cristo, ma scrisse opere sul cristianesimo e sulla Chiesa che anche oggi fanno riflettere.
La Comunità è forse uno dei temi più caldi del nostro essere Chiesa. Lo dice lo stesso Bonhoeffer, esprimendo quello che è l’inganno più forte di ogni persona che abita la Chiesa: idealizzare la Comunità.
Ora se è vero che la Comunità è un Ideale Cristiano, non possiamo però idealizzarla, cioè “fantasticarla” – usando una parola dello stesso autore – secondo le nostre presunzioni religiose e o le nostre aspirazione egostiche.
Dobbiamo essere delusi da qualsiasi forma di “pretesa comunità”. Non esiste la Comunità perfetta, la Comunità senza limiti, la Comunità senza peccati. Esiste invece una Comunità di peccatori che cercano insieme la Verità sulla vita, sul senso del nostro essere Comunità.
Carissimi fratelli e sorelle, ci ha dato Gesù: “ut unum sint” «perché siano una cosa sola» parole tratte dalla preghiera sacerdotale di Gesù, secondo il Vangelo di Giovanni, che intendono condensare lo spirito di tale preghiera al desiderio di Gesù all’unità. Oggi, però, il Signore ci direbbe a noi come comandamento: “siate una cosa sola”, senza idealizzazioni, senza presunzioni, senza paragoni, senza aspettative. Vivete come comunità che si accoglie e cammina insieme, che sa attendere chi è lento, che sa raggiungere chi è troppo veloce, senza dire giudicare chi va troppo piano o chi va troppo veloce. La misura del cammino la possiamo trovare solo insieme, senza mettersi a giudicare la corsa dell’altro.
L’importante è avere la direzione giusta: “Da qualunque parte giri un oggetto che arde, la sua fiamma non conosce altra direzione che non sia il cielo. Siate dunque infiammati nello spirito e ardete del fuoco della carità”. (Agostino Sermone 234, 3).
Lo so possono sembrare solo parole, ma vi prego di rileggere il passo di Bonhoeffer, in lui testimone credibile possiamo obbligarci a riflettere.
Una Comunità che non cammina insieme, o dove i singoli si costruiscono “castelli in aria” di una ipotetica Comunità, non è Chiesa di Cristo, rischia invece di essere un “campo di battaglia” più che un “ospedale da campo” come vorrebbe Papa Francesco. Una Comunità dove prevalgono gli interessi personali, più che l’interesse per le persone.
Siamo tutti in cammino in questa Comunità del Don Bosco di Vasto. Camminiamo insieme per vivere e fare Comunità.
Vi abbraccio con affetto don Max