Questa mattina nel nostro Istituto si è vissuto un momento dal tipico sapore evangelico. Questo certamente non è l’unica volta che viviamo nel nostro ambiente momenti che hanno il carattere evangelico, ma questa mattina mi veniva in mente il brano del vangelo di Matteo dove si parla degli operai che vanno a lavorare nella vigna. Lo conoscete tutti, ma è bene rinfrescarsi la memoria: «Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all’alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Accordatosi con loro per un denaro al giorno, li mandò nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano sulla piazza disoccupati e disse loro: Andate anche voi nella mia vigna; quello che è giusto ve lo darò. Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno e verso le tre e fece altrettanto. Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano là e disse loro: Perché ve ne state qui tutto il giorno oziosi? Gli risposero: Perché nessuno ci ha presi a giornata. Ed egli disse loro: Andate anche voi nella mia vigna. Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: Chiama gli operai e dà loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi. Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. Quando arrivarono i primi, pensavano che avrebbero ricevuto di più. Ma anch’essi ricevettero un denaro per ciascuno. Nel ritirarlo però, mormoravano contro il padrone dicendo: Questi ultimi hanno lavorato un’ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo. Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse convenuto con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene; ma io voglio dare anche a quest’ultimo quanto a te. Non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono? Così gli ultimi saranno primi, e i primi ultimi».
Proprio così: tanti operai sono venuti a lavorare a tutte le ore della mattinata, dalle ore 9,00 fino alle ore 13,00 ed ognuno è venuto quando poteva essere disponibile. Chi alle 9,00, chi alle 10,00 chi persino alle ore 12,00. Ma è stato bello vedere questo susseguirsi di braccia, mani, piedi e volti che nel sudore e nella risata si sono messi a lavorare.
Certo per chi non c’era si chiederà: a lavorare per cosa? Lavorare i figli di Don Bosco, quei figli, perdonatemi il mio esser di parte, forse più scanzonati, sfaccendati talvolta, ma anche talvolta più a margine che verranno un giorno – presto – a scuola nel nostro Centro di Formazione Professionale. Si nel nostro Centro Professionale perché a breve tempo, a Vasto si riaprirà il Centro Professionale per i giovani che vogliono imparare subito un mestiere.
Quindi era opportuno – adesso – iniziare a liberare un po’ le stanze occupate nel tempo a modo di magazzini, da tante cose.
Quindi come non ringraziare le mamme e i papà e i giovani che in questa giornata si sono succeduti a lavorare spostando, “camallando” (termine tipicamente genovese degli scaricatori di porto) le tante cose che occupavano la “Stanza Informatica” e il Container.
Devo aggiungere che altrettanti mamme e papà e giovani, hanno mandato comunque messaggi informando che non potevano esserci, come alcuni si sono scusati a voce…
Questo è un bellissimo segno di famiglia e di senso di famiglia. Ma non temete anche per chi non è potuto essere presente in questa occasione, altre occasioni si stanno preparando per rendere il nostro Istituto accogliente per i ragazzi che verranno e per quelli che già ci sono. Aspettatevi una chiamata!
Ringrazio comunque tutta la comunità del Don Bosco per il bellissimo interesse che si sta creando attorno a questa lieta notizia del ritorno del Centro Professionale. Mi ripeto, ma il ripetersi è segno anche di interesse e di amore, il nostro impegno è proprio per i ragazzi di Don Bosco, i più fragili, i più lontani, quelli che arrancano nella vita e nella scuola, e talvolta anche nella società e nella chiesa.
Grazie ancora e alla prossima volta nel nome di Don Bosco per il bene dei giovani.
I Salesiani.