Sabato 3 febbraio abbiamo ricevuto la visita del Consigliere Generale Salesiano. Tutti i cooperatori più assidui erano presenti. Messi in circolo, abbiamo offerto un colpo d’occhio accogliente e rassicurante. Lo stesso don Juan ha evidenziato la ricchezza delle presenze.
Con atteggiamento garbato e sereno, talvolta ironico, data anche la pronuncia da spagnolo, ha spiegato il motivo della visita che si impernia sulla necessità di essere in comunione con tutto il mondo salesiano : è importante che si conoscano tutte le comunità per poterle amare e far crescere il carisma di don Bosco .
Nella considerazione di un numero di aderenti così elevato, il Visitatore ha raccomandato di operare costantemente secondo gruppi : di interesse, per età, per compiti, salvando, ovviamente, momenti assembleari, da tenersi ogni mese, per mantenere la comunicazione e il senso di appartenenza.
La Terza Famiglia salesiana deve impostare un piano vocazionale chiaro, in stretta collaborazione e sintonia con i sacerdoti. I ragazzi si devono accorgere del chiaro orientamento della nostra vocazione.
Don Juan si è reso conto che qui, presso la comunità, c’è terra fertile: le famiglie sono cambiate, ma si può ancora chiedere molto a loro.
Riferendosi al Vangelo, in particolare all’episodio delle Nozze di Cana, ha evidenziato che noi abbiamo il ruolo di servi che devono riempire gli otri fino all’orlo perché si compia il miracolo.
Qual è il miracolo ? Portare i giovani a Gesù, a Gesù vivo in mezzo a noi.
Tornando alla sfida vocazionale, ha insistito che essa deve essere affrontata e vissuta, come OPERA, non come singolo gruppo.
Letizia Daniele