Per seguire meglio la Veglia di Preghiera davanti all’Altare della Reposizione, potete seguire qui, proseguendo nella lettura dell’articolo, o scaricare il pdf del testo Ecco i faccio una cosa nuova
“Ecco io faccio nuove tutte le cose”
RITO INIZIALE
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
La grazia del Signore nostro Gesù Cristo, l’amore di Dio Padre e la comunione dello Spirito Santo sia con tutti voi.
E con il tuo spirito.
Commento: Siamo qui davanti a Gesù nell’Eucaristia. Siamo qui a pregare insieme per il mondo. Siamo qui a pregare per il mondo dopo una tragedia che lo ha messo in crisi. Siamo qui per pregare per il mondo ma anche per dire a Gesù che noi desideriamo ri-costruire, ri-partire nel segno della fede, della speranza e della carità per rendere oggi migliore il nostro mondo.
IN ASCOLTO DELLA PAROLA DI DIO
Dal Libro dell’Apocalisse (21,1-7)
Vidi poi un nuovo cielo e una nuova terra, perché il cielo e la terra di prima erano scomparsi e il mare non c’era più. Vidi anche la città santa, la nuova Gerusalemme, scendere dal cielo, da Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo. Udii allora una voce potente che usciva dal trono: “Ecco la dimora di Dio con gli uomini! Egli dimorerà tra di loro ed essi saranno suo popolo ed egli sarà il “Dio-con-loro”. E tergerà ogni lacrima dai loro occhi; non ci sarà più la morte, né lutto, né lamento, né affanno, perché le cose di prima sono passate”. E Colui che sedeva sul trono disse: “Ecco, io faccio nuove tutte le cose”; e soggiunse: “Scrivi, perché queste parole sono certe e veraci. Ecco sono compiute! Io sono l’Alfa e l’Omega, il Principio e la Fine. A colui che ha sete darò gratuitamente acqua della fonte della vita. Chi sarà vittorioso erediterà questi beni; io sarò il suo Dio ed egli sarà mio figlio.
Salmo 126
Se il Signore non costruisce la casa,
invano si affaticano i costruttori.
Se il Signore non vigila sulla città,
invano veglia la sentinella.
Invano vi alzate di buon mattino
e tardi andate a riposare,
voi che mangiate un pane di fatica:
al suo prediletto egli lo darà nel sonno.
Ecco, eredità del Signore sono i figli,
è sua ricompensa il frutto del grembo.
Come frecce in mano a un guerriero
sono i figli avuti in giovinezza.
Beato l’uomo che ne ha piena la faretra:
non dovrà vergognarsi quando verrà alla porta
a trattare con i propri nemici.
OGNI MIA PAROLA
Come la pioggia e la neve, scendono giù dal cielo.
E non vi ritornano, senza irrigare e far germogliare la terra.
Così ogni mia parola non ritornerà a me, senza operare quanto desidero.
Senza aver compiuto ciò per cui l’avevo mandata.
Ogni mia parola, ogni parola.
Dal Vangelo di Luca (4,16-21)
Si recò a Nazaret, dove era stato allevato; ed entrò, secondo il suo solito, di sabato nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; apertolo trovò il passo dove era scritto: Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione, e mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio, per proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; per rimettere in libertà gli oppressi, e predicare un anno di grazia del Signore. Poi arrotolò il volume, lo consegnò all’inserviente e sedette. Gli occhi di tutti nella sinagoga stavano fissi sopra di lui. Allora cominciò a dire: «Oggi si è adempiuta questa Scrittura che voi avete udita con i vostri orecchi».
SILENZIO
IN ASCOLTO DEI TESTIMONI
da “Camminiamo la speranza di Helder Camara
Partire è innanzitutto uscire da sé. Rompere la crosta di egoismo che tenta di imprigionarci nel nostro “io”. Partire è smetterla di girare in tondo intorno a noi, come se fossimo al centro dell’uomo e della vita. Partire è non lasciare chiudere negli angusti problemi del piccolo mondo cui apparteniamo; qualunque sia l’importanza di questo nostro mondo l’umanità è più grande ed è essa che dobbiamo servire. Partire non è divorare chilometri, attraversare i mari, volare a velocità supersoniche. Partire anzitutto aprirci agli altri, scoprirli, farci loro incontro. Aprirci alle idee, comprese quelle contrarie alle nostre, significa avere il fiato di un buon camminatore. È possibile viaggiare da soli. Ma un buon camminatore sa che un grande viaggio è quello della vita, ad esso esige dei compagni. Beato chi si sente eternamente in viaggio ed in ogni prossimo vede un compagno desiderato. Un buon camminatore si preoccupa di compagni scoraggiati e stanchi. Intuisce il momento in cui cominciano a disperare. Li prende dove li trova. Li ascolta, con intelligenza e delicatezza, soprattutto con amore, ne da coraggio e gusto per il cammino. Camminare è andare verso qualche cosa; è prevedere l’arrivo, lo sbarco. Ma c’è cammino e cammino: partire è mettersi in marcia è aiutare gli altri a cominciare la stessa marcia per costruire un mondo più giusto e umano.
SILENZIO
PAPA FRANCESCO – UDIENZA GENERALE
Piazza San Pietro – Mercoledì, 11 febbraio 2015
Oggi sembra più difficile per i figli immaginare il loro futuro. I padri hanno forse fatto un passo indietro e i figli sono diventati più incerti nel fare i loro passi avanti. Possiamo imparare il buon rapporto fra le generazioni dal nostro Padre celeste, che lascia libero ciascuno di noi ma non ci lascia mai soli. E se sbagliamo, Lui continua a seguirci con pazienza senza diminuire il suo amore per noi. Il Padre celeste non fa passi indietro nel suo amore per noi, mai! Va sempre avanti e se non può andare avanti ci aspetta, ma non va mai indietro; vuole che i suoi figli siano coraggiosi e facciano i loro passi avanti. I figli, da parte loro, non devono aver paura dell’impegno di costruire un mondo nuovo: è giusto per loro desiderare che sia migliore di quello che hanno ricevuto! Ma questo va fatto senza arroganza, senza presunzione. Dei figli bisogna saper riconoscere il valore, e ai genitori si deve sempre rendere onore.
SILENZIO
DALLE MEMORIE DELL’ORATORIO
scritte da DON BOSCO
Arrivò l’ultima domenica in cui potevo radunare l’Oratorio sul prato. Era il 5 aprile 1846, la domenica prima di Pasqua. Non avevo detto niente a nessuno, tutti però sapevano che ero nei guai.
La sera di quel giorno fissai a lungo la moltitudine dei ragazzi che giocavano. Era la « messe abbondante » del Signore. Ma operai non ce n’erano. C’ero io solo, operaio sfinito, con la salute malandata. Avrei ancora potuto radunare i miei ragazzi? Dove?
Mi ritirai in disparte, cominciai a passeggiare da solo, e mi misi a piangere. « Mio Dio – esclamai – perché non mi indicate il luogo dove portare l’Oratorio? Fatemi capire dov’è, op-pure ditemi cosa devo fare».
Avevo appena detto queste parole, quando arrivò un certo Pancrazio Soave, che balbettando mi disse:
– È vero che lei cerca un luogo per fare un laboratorio? – Non un laboratorio, ma un oratorio.
– Non so che differenza ci sia. Ad ogni modo il posto c’è. Venga a vederlo. E’ proprietà del signor Francesco Pinardi, persona onesta. Venga e farà un buon contratto. (…)
La nuova chiesa era una costruzione poverissima. Tuttavia c’era un contratto regolare che ce la garantiva per tre anni, e questo ci liberava dal timore di venire sfrattati quando meno ce l’aspettavamo. Le emigrazioni, a Dio piacendo, erano finite. A me questa chiesina sembrava il luogo dove in sogno avevo visto la scritta: « Questa è la mia casa, di qui uscirà la mia gloria». I disegni di Dio, invece, erano diversi.
La sede del nostro Oratorio, purtroppo, era vicina a una casa dove abitavano donne di vita equivoca, e dove era aperta fino a notte l’osteria della Giardiniera. Lì, specialmente nei giorni festivi, si davano convegno gli ubriachi della città. Nonostante questi vicini allarmanti, abbiamo cominciato regolarmente le nostre riunioni.
Quando i lavori di adattamento furono terminati, l’Arcivescovo ci permise di benedire e di usare come chiesa quel povero locale. Questo avvenne la domenica di Pasqua, 12 aprile 1846.
Per dimostrare la sua soddisfazione, l’Arcivescovo ci rinnovò tutti i permessi che già ci aveva dato quando l’Oratorio era al Rifugio. In questa cappellina potevamo cantare la Messa, celebrare tridui e novene, organizzare gli Esercizi Spirituali, ricevere la santa Comunione e anche la Cresima. L’Arcivescovo permise persino, a tutti i ragazzi che frequentavano l’Oratorio, di ricevere la Comunione pasquale nella cappella Pinardi.
SILENZIO
Momento di Riflessione
Preghiera comunitaria
Signore Gesù il mondo ha bisogno della tua pace, ti presentiamo gli uomini e le donne, tuoi figli e nostri fratelli, che popolano il nostro mondo. Accendi in essi la fiamma della tua speranza, aiuta noi ad essere “luce del mondo” come Tu un giorno ci hai chiamato. (Ceri da presentare a Gesù: ad ogni invocazione vengono portati i ceri davanti all’Eucaristia)
Per la Chiesa
Padre buono in ogni quaresima ci conduci dalla cenere del mercoledì delle ceneri alla gioia della tua Pasqua, fai che ciascuno di noi possa far rinascere la speranza e la certezza dalla miseria di questi giorni
Donne violate
Trasformare la donna in un oggetto, in un impeto di furia e di violenza è un male orribile! Tu , o Signore, perdona coloro che abusano delle loro compagne e dona alle donne lo straordinario coraggio e la forza sovrumana che tua Madre dimostrò al mondo stando accanto a Te.
Bambini violati
Tu Signore hai detto che “chi scandalizza uno di questi piccoli” si è scelto un giudizio severo, entra nel cuore di costoro e fa che comprendano che un sorriso di un bambino vale più di mille violenze perché il sorriso di un bambino è il sorriso di Dio. E Dio è potente!
Malati e anziani
Ti ringraziamo, Signore, per il dono delle malattia e della vecchiaia! sì ti ringraziamo perché attraverso questi passaggi obbligati delle nostra vita biologica scopriamo il senso della nostra vita ”oltre il corpo”
Mondo del lavoro (morti e disoccupazione)
Ci è necessario lavorare, o Signore, tu lo sai e benedici il lavoro e la fatica, ne siamo certi. Non ci stancheremo di chiederò di guardare benigno tutti coloro che si impegnano a cercare lavoro ed i lavoratori che santificano quotidianamente le loro vite.
Famiglie disagio
Ti offriamo, Signore , tutte le famiglie che vivono in condizioni disagiate: gli orfani, le vedove, i nostri anziani, il gli amici con disabilità, le vittime delle demenze, i meno ricchi, i senza speranza, coloro che bevono, coloro che non escono, coloro che hanno smesso di sognare. Prendili nel tuo infinito cuore di Padre.
Poveri
La povertà che abbiamo vissuto, il senso di impotenza e di carestia che abbiamo sperimentato in questo ultimo mese, ci insegni , o Signore, che non dobbiamo mai smettere di sperare e che dobbiamo credere che la solidarietà e l’aiuto reciproco non sono fantasie ma concrete forme di salvezza.
Profughi
Questo ultimo periodo , o Signore, ci ha messi tutti al tappeto : Bianchi , neri, gialli, cittadini italiani e rifugiati , profughi e ministri. Sconvolgi i cuori dei nostri governanti perché dopo un turbamento da Te ispirato possano trovare soluzioni a coloro che chiedono solo pace, salute, lavori semplici e opportunità di riscatto.
Giovani e futuro
Abbiamo scoperto che la rinuncia, il sacrificio, la fatica, sono tappe necessarie alla crescita dei nostri giovani. Essi faticano ad essere obbedienti , sottomessi. Accettano male la perdita della libertà individuale per un bene più grande. Ma tu in Croce hai dimostrato che attraverso la sofferenza possiamo sconfiggere il male , anche quello più nero ed oscuro. E conquistare il più luminoso e brillante futuro .
Guerra
Quanta assurdità in alcuni dei nostri fratelli! Guerre interminabili opprimono i nostri giorni, minacciano i nostri confini! Eppure Tu sei lì, risorgerai per i buoni e i cattivi! Offrirai misericordia e salvezza ad entrambi i ladroni … insegnaci che il male e la guerra non hanno alcun seme di bene. Ti preghiamo, Signore, perché cominciamo a spegnere i piccoli focolai di guerre già intorno a noi. Tu arresta la follia del mondo stolto e belligerante con la luce che scaturisce dal sepolcro!
Ispira nella tua paterna bontà, o Signore, i pensieri e i propositi del tuo popolo in preghiera, perché veda ciò che deve fare e abbia la forza di compiere ciò che ha veduto. Per Cristo Nostro Signore. Amen
Padre Nostro
O Dio, che nel mistero Eucaristico ci hai dato il Pane vero disceso dal cielo, fa’ che viviamo sempre in Te con la forza di questo cibo spirituale e nell’ultimo giorno risorgiamo gloriosi alla vita eterna. Per Cristo nostro Signore. Amen.
Benedizione Eucaristica
Acclamazioni
Dio sia benedetto.
Benedetto il suo santo nome.
Benedetto Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo.
Benedetto il nome di Gesù.
Benedetto il suo sacratissimo Cuore.
Benedetto il suo preziosissimo Sangue.
Benedetto Gesù nel santissimo Sacramento dell’altare.
Benedetto lo Spirito Santo Paraclito.
Benedetta la gran Madre di Dio, Maria santissima.
Benedetta la sua santa e immacolata concezione.
Benedetta la sua gloriosa assunzione.
Benedetto il nome di Maria, vergine e madre.
Benedetto san Giuseppe, suo castissimo sposo.
Benedetto Dio nei suoi angeli e nei suoi santi.
RITI DI CONCLUSIONE
Il Signore sia con voi. E con il tuo spirito.
Vi benedica Dio onnipotente, Padre e Figlio e Spirito Santo. Amen.
La gioia del Signore sia la nostra forza. Andate in pace. Rendiamo grazie a Dio!