Carissimi amiche e amici,
Santo Natale a tutti voi della Parrocchia e non, dell’Oratorio e non. Avrei voluto, e ve lo dico in sincerità, potervi fare gli auguri personalmente, ma questo mi è impossibile, perché il tempo mi è tiranno e mi occupa il posto delle faccende invece di donarmi lo spazio per gli incontri. Si il Tempo, questa inesorabile realtà che come diceva Sant’Agostino “io so che cosa è il tempo, ma quando me lo chiedono non so spiegarlo “, ecco io non so SPIEGARMI perché il tempo manchi sempre quando si devono vivere le cose necessarie come le relazioni, mentre quelle importanti come le occupazioni sono piene di tempo.
Sono sempre preso dal vortice delle cose da fare, un po’ come tutti. Forse è per questo, Sant’Agostino aveva però compreso che “Dio è fuori dal tempo”, per questo forse Gli resta facile vivere le cose necessarie come le relazioni. Si Dio è “fuori dal tempo”, ma non “Fuori tempo”, Lui è intonato con la nostra storia, “non è fuori tempo massimo”, è sempre puntuale agli appuntamenti con l’uomo, è tempestivo, perché Lui desidera stare con noi.
Il tempo! Avere tempo, tenere il tempo, il tempo atmosferico… Forse quello che ci assomiglia di più “il tempo atmosferico”, cioè le variabilità del tempo: avvolte sereno, talvolta nuvoloso, in certi casi temporalesco. Il tempo è quello che siamo noi: siamo un cielo sereno senza nubi e ad un tratto ci ritroviamo in piena tempesta: la vita si muove in balia di onde alte e rovescianti la nostra piccola barca.
Ci sentiamo allora persi, persi nel tempo che fu e che non torna, nel tempo che verrà portatore di speranze, e viviamo il presente nell’ansia. Ecco perché il Dio “Fuori dal tempo” si è fatto tempo, si è fatto Carne per attraversare il nostro tempo con noi. Non dobbiamo temere allora i temporali, poiché se anche si abbatteranno sulla nostra vita, e sicuramente lo faranno, non siamo soli, a prendere la pioggia scrosciante, agghiacciante, c’è Lui. Dio non toglie le piogge, non toglie i diluvi, ma sale con noi sulla nostra misera barca che potrebbe affondare, ma che sappiamo con lui a poppa, anche se dorme, non affonderà mai.
Il tempo di Dio e il tempo degli uomini. Il tempo anche delle ricorrenze. Quest’anno sono 50 anni che la nostra parrocchia esiste. È una bella cinquantenne, anche se come tutti i cinquantenni e cinquantenne, mostra i primi sintomi di rughe (ed anche io ne sol qualcosa). Ma le rughe non sono solo il segno di un tempo che passa, come un aratro nella terra, ma sono proprio quel solco in cui sono stati seminati nel tempo tanti semi buoni e qualche volta anche qualche seme di gramigna. Ma il Signore del tempo e della storia viene a purificare i nostri solchi e a renderli luoghi accoglienti per nuove piantagioni.
Cara Parrocchia allora, cari parrocchiani e non, tanti ancora auguri di Buon Natale. Suoniamo “a Tempo” la musica dell’accordo e della comunità per rendere la nostra storia ancora bella come lo è stata e lo è.
Santo Natale
Don Max e la Comunità Salesiana di Vasto